ASATI ASsociazione Azionisti Telecom Italia

Social ASATI

Facebook YouTube Twitter Linked IN Blog Slide Share Feed RSS

AS.A.T.I. AS.A.T.I. ASATI Onlus

Parlano di Noi


Telecom Italia dopo Telco percorso ad ostacoli verso la public company

Repubblica

28-04-2014  | Link http://www.repubblica.it/economia/affari-e-finanza/2014/04/28/news/telecom_italia_dopo_telco_percorso_ad_ostacoli_verso_la_public_company-84651149/ Invia Invia mail ad un amico Stampa Stampa

IN VISTA DELLO SCIOGLIMENTO DELLA SCATOLA CHE HA ANCORA OGGI IL CONTROLLO DEL GRUPPO STANNO SALTANDO EQUILIBRI E RIFERIMENTI. IL RUOLO DI FOSSATI, QUELLO DI TELEFONICA E I MARGINI DI AUTONOMIA DEI MANAGER. LA CHIAVE RESTA IL BRASILE

Giovanni Pons

La nuova fase della vita di Telecom Italia ruota intorno a una cifra: 50,28%. È la percentuale di voti che la lista di Assogestioni ha ottenuto all’ultima assemblea dove si doveva rinnovare l’intero cda. Era una lista di minoranza, con soli tre nomi, ma ha battuto la lista di maggioranza presentata dall’azionista di riferimento Telco titolare di un 22,4% della società. C ome è stato possibile questo ribaltamento di ruoli? Si è realizzato grazie a una mossa a sorpresa dell’azionista Marco Fossati, possessore attraverso la finanziaria di famiglia Findim di un 5% di Telecom. Fossati, all’ultimo momento, invece che votare la lista da lui stesso presentata, ha dirottato i suoi voti e quelli dell’Asati (Associazione piccoli azionisti) verso la lista Assogestioni ritenendo più importante per il futuro della società esplicitare il segnale che il mercato e non un azionista di riferimento, sebbene consistente, come Telco, è il vero proprietario dell’azienda. Agendo in questo modo Fossati si è mangiato un pezzo di credibilità poiché per un paio di mesi ha presentato agli investitori di mezzo mondo la sua idea di piano industriale di Telecom chiedendo il voto per i consiglieri da lui designati, tra cui un manager esperto del settore tlc come Vito Gamberale. Riuscendo tra l’altro a convincere alcuni fondi, pari all’1,9% del capitale, a votare effettivamente per la sua lista. Ma alla fine ha deciso di sacrificare Gamberale e incrinare la fiducia


di alcuni fondi in nome dell’obbiettivo più alto, cioè avvicinare il più possibile la Telecom a una vera e propria public company, vale a dire una società in cui non si può prescindere dal giudizio dei piccoli azionisti e degli investitori istituzionali. Se Fossati sia riuscito nel suo intento è ancora presto per dirlo. Di certo un effetto public company sul mercato c’è stato, almeno fino a ora. Dal 16 aprile, giorno dell’assemblea che ha nominato il nuovo cda formato per la maggioranza da consiglieri indipendenti sotto la presidenza di Giuseppe Recchi e la guida operativa di Marco Patuano, alla chiusura del 23 aprile il titolo Telecom ha guadagnato oltre il 6,4%. Poi un ritracciamento ha riportato il prezzo sotto 0,9 euro ma allo stesso tempo Deutsche Bank ha alzato il suo target price a 1 euro, non lontano da quell’1,1 euro offerto da Telefonica nel settembre scorso ai soci italiani di Telco. E il rialzo è molto più consistente se si considera lo spazio guadagnato dai minimi dell’agosto 2013 (0,4655 euro il 7 agosto). Dunque l’azione di sollecitazione avviata da Fossati nell’autunno dell’anno scorso ha avuto sino a questo momento effetti positivi sul valore dell’azienda e di questo la Findim non può che essere soddisfatta avendo i titoli Telecom in carico nel bilancio a 1,4 euro. Tuttavia ora resta da dimostrare che la società telefonica, privatizzata nel 1998 con una vendita quasi totale di titoli sul mercato e poi passata attraverso diverse fasi di “capitalismo privato” con risultati assai discutibili, possa da ora in poi assumere le sembianze di una public company all’italiana. Sarebbe la prima per dimensioni in quanto la seconda, Prysmian, nata dalla vendita di una costola della Pirelli, è assai più piccola per capitalizzazione anche se è più pura, dal momento che il primo azionista non supera il 7%. Il prossimo passo in questa direzione è fissato al prossimo giugno, quando si apre la prima finestra per la scissione di Telco. Gli azionisti italiani, in primis Generali, ma anche Mediobanca e Intesa, hanno già dichiarato di voler usufruire di tale opportunità. Dunque da luglio, ma con effetto in autunno poiché la scissione ha dei tempi tecnici per realizzarsi, l’azionariato di Telecom non vedrà più un socio di riferimento al 22,4% ma la sola Telefonica con in mano una quota pari al 14,7%. Il secondo azionista sarà sempre Findim con il 5% mentre Generali scenderà al 4,32% con Intesa e Mediobanca all’1,6% e con l’intento di liquidare le azioni sul mercato quando i prezzi lo rendessero conveniente per loro. Tuttavia il vero banco di prova per Telecom arriverà quando deciderà cosa fare del suo futuro. È da circa sette anni che la società non ha una strategia precisa di crescita e subisce gli accadimenti del mercato delle tlc in maniera passiva. L’ingresso nel capitale di Telefonica nel 2007 ha infatti rappresentato più una zavorra che un beneficio per la società italiana. La strategia degli spagnoli guidati dallo scaltro Cesar Alierta era invece molto chiara: impedire ai concorrenti di Telefonica, leggi l’America Movil di Carlos Slim o l’At&T o la Vodafone, di rafforzarsi attraverso Telecom nel ricco mercato brasiliano e sudamericano attraverso la controlla Tim Brasil. L’obbiettivo di Alierta è stato quello di creare un presidio in Telecom e bloccare qualsiasi mossa degli avversari più temibili. Peccato che agendo in questo modo ha danneggiato non poco l’azienda italiana che si è trovata impossibilitata sia nel cercare ulteriore sviluppo in Brasile e in Sudamerica sia nell’intraprendere altre strade in Europa che non prevedessero dei benefici per Telefonica. Il tutto con un indebitamento ancora molto elevato e con un margine lordo in contrazione a causa della accesissima concorrenza che quattro operatori mobili si sono fatti sul ricco mercato italiano. Il difficile lavoro di Recchi e Patuano e del consiglio appena nominato sarà dunque quello di rilanciare un’azienda che si considera da diversi anni in declino e contemporaneamente cercare una strategia di crescita svincolandosi dall’influenza di un partner scomodo come Telefonica. Sul primo punto la cura di Patuano da sei mesi a questa parte è stata sferzante anche se non ha ancora prodotto risultati soddisfacenti sul fronte dell’inversione di tendenza dei numeri sulla telefonia mobile. L’impressione degli analisti è che la svolta possa arrivare soltanto se si concretizzerà la fusione tra 3 Italia e Wind in modo da eliminare dalla scena un operatore con conseguente miglioramento dei margini dei concorrenti. Sul secondo punto si attendono le mosse di Telefonica che difficilmente starà ferma a guardare sotto i colpi dell’antitrust brasiliano che le ha imposto di non stare con il piede in due scarpe (può controllare o Vivo o Tim Brasil). Potrebbe sollecitare, come sostengono alcuni analisti, un’offerta da parte di operatori terzi o finanziari per Tim Brasil in modo che il cda possa prendere una decisione sulla sua congruità in termini di prezzo. Con la consapevolezza che la decisione finale potrebbe essere rimandata all’assemblea dove il mercato, come si è visto pochi giorni fa, ha la maggioranza. Oppure, al contrario, Patuano potrebbe portare all’attenzione del cda un’operazione di fusione tra Tim Brasil e Gvt, l’operatore di telefonia brasiliano controllato dalla francese Vivendi, che porterebbe alla creazione del primo attore su quel ricco mercato con Telecom in maggioranza. Queste due alternative e possibili passaggi sono quelli dove il nuovo board della Telecom e il management si giocano la loro credibilità e il futuro da public company della Telecom. Qui a sinistra, Marco Patuano ad di Telecom Italia. Nel grafico, la risalita del titolo del gruppo a Piazza Affari Nel grafico qui a sinistra, al centro della pagina, come cambierà l’assetto azionario di Telecom Italia dopo lo scioglimento di Telco, Telefonica resta la prima azionista seguita da Findim e da Blackrock.

   
DELEGHE ASATI
   
Per informazioni chiama il
Numero Verde
(riservato ai dipendenti)
NUMERO VERDE ASATI
oppure:

Contatti Contattaci
   
Video Franco Lombardi

ASATI presenta la lista per il rinnovo del Collegio Sindacale
Contatti

Video Messaggio ai nuovi Azionisti Dipendenti Telecom Italia
Contatti

Video Messaggio sul Piano di Azionariato 2014 ai Dipendenti Telecom Italia
Contatti
   
Verifica ISCRIZIONE
Non ti ricordi se ti sei già iscritto?
Verifica la Tua ISCRIZIONE inserendo il Codice Fiscale

oppure la Partita IVA



   
Azioni Telecom Italia

   
GALLERIA FOTOGRAFICA
   
Contatore Accessi
 
 
©2012 AS.A.T.I. []